Si parte… MATERIALI E ATTREZZATURA

Il gruppo gite CAI Cividale “Enzo Troi”, da tempo ormai promotore di numerose attività per lo più escursionistiche, quest’anno ha deciso di organizzare qualcosa di diverso: il trekking alpinistico per raggiungere la vetta all’Ojos del Salado. Il progetto non è stato pensato per “superuomini”: vogliamo dimostrare che chiunque, con un minimo di allenamento e forza di volontà, è in grado di raggiungere quote prossime ai 7000 m s.l.m.

 

Una sfida importante per i partecipanti che da adesso, fino al momento della partenza, dovranno sottoporsi ad una serie di allenamenti fisici e mentali per prepararsi a dovere.

 

Per questo il CAI Cividale ha organizzato una serie di eventi legati al trekking, dove diversi relatori ci spiegheranno che cosa comporta un viaggio come quello che stiamo per affrontare in Cile. Si parlerà ovviamente di attrezzature, organizzazione, aspetti fisiologici dell’alta quota, alimentazione e tanto altro. Tuttavia non vogliamo che siano lezioni chiuse, a cui possono partecipare solo le persone che effettivamente partiranno: vogliono essere appuntamenti divulgativi aperti a tutti gli appassionati che magari un giorno decideranno di affrontare un viaggio simile ma non sanno bene che cosa comporta.

 

I primi due eventi, “Attrezzature e materiali” e “Le sfide si affrontano anche con la testa” si sono già svolti presso la nostra sede a Cividale, ma è possibile ancora partecipare ai prossimi, già in calendario.

P.S. non è necessaria alcuna registrazione o prenotazione!!

 
 

Con 6893 m di altezza, l’Ojos del Salado è la vetta più alta del Cile (69 m sotto la vetta più alta del Sud America, l'Aconcagua in Argentina) e il vulcano attivo più alto nel mondo.

Solo il 25% delle persone che tenta di raggiungere la sua cima effettivamente ci arriva: non tanto perché è una salita difficile dal punto di vista tecnico (infatti solo gli ultimi 50 m della salita sono attrezzati con una corda fissa, utile per altro più per le forti raffiche di vento che potrebbero destabilizzare piuttosto che per l’arrampicabilità del tratto), ma perché le persone non si prendono abbastanza tempo per acclimatarsi.

Il gruppo di salita è molto vario. siamo in 14, con diverse esperienze alpinistiche (c’è chi ha già sperimentato cosa significa fare un’escursione in alta quota, e chi invece non ha mai superato i 4000 m di altitudine!). Comunque sia non è possibile conoscere a priori circa le possibili reazioni del nostro organismo quando esso verrà sottoposto ad uno sforzo in ambiente caratterizzato da una carenza di ossigeno (ipossico) nell’aria e bassa pressione atmosferica (ipobarico).

L'assenza di acclimatamento e la presenza di alcuni fattori di rischio, possono favorire l'insorgenza della malattia acuta di montagna (AMS, acute mountain sickness per gli anglosassoni) e/o una delle sue due temibili complicanze, l’edema polmonare d'alta quota e l’edema cerebrale d'alta quota.

Affrontare un ambiente ostile quale è quello ipossico/ipobarico dell'alta quota, richiede obbligatoriamente la conoscenza sia dei meccanismi coinvolti nei processi di acclimatamento, nonché delle caratteristiche individuali che possono favorire o meno l'acclimatamento stesso. Ecco perché abbiamo attivato una collaborazione con il Centro Studi Sport di Montagna - Università degli Studi di Udine. In questo modo, i partecipanti al trekking possono essere seguiti dal punto di vista fisico attraverso dei test sotto sforzo specifici per ciascuno di loro.

 

L'obiettivo dei test è quello di determinare la suscettibilità allo sviluppo del male acuto di montagna. Poter riconoscere le caratteristiche individuali, permetterà di impostare al meglio la preparazione e la fase di acclimatazione, con idonei profili di ascesa e approcci altimetrici consoni, nonché - nei casi indicati - suggerire un'eventuale profilassi farmacologica.

 

Insomma, l’ambiente Cileno del Nord è tosto e perciò dovremo essere tosti anche noi.

Innanzi tutto portandoci dietro tutto ciò di cui abbiamo bisogno, dall’attrezzatura all’abbigliamento, per superare i giorni dedicati all’acclimatamento.

 I fattori principali di cui dobbiamo tener conto nel momento in cui scegliamo l’equipaggiamento adatto da portar via sono:

 1)      Il peso, non poteva che essere al primo posto per ovvie ragioni. Cammineremo per giorni e per diverse ore al giorno in un ambiente senza ossigeno: non possiamo pensare di caricarci kg e kg di roba sulla schiena per essere sicuri di portarci tutto. Dobbiamo fare delle scelte e delle rinunce (ponderate).

 2)      L’ingombro, caratteristica fortemente legata al punto precedente.

 3)      Praticità di utilizzo

 4)      Funzionalità

 5)      Range di utilizzo

 6)      Isolamento climatico. Il deserto di Atacama ha uno dei climi più aridi e secchi al mondo e soprattutto ci sono sensibili differenze nella temperatura tra il giorno e la notte, con un’escursione termica di oltre 20° C.

 

Ciascun partecipante dovrà procurarsi il seguente materiale idividuale:

1)      Scarponi d’alta quota. Devono essere adeguatamente isolati per tenere i piedi al caldo.

3) Gli zaini: uno zaino “piccolo” da 25L (che verrà utilizzato anche come bagaglio a mano per il volo aereo), uno zaino grande da almeno 60L e un borsone da viaggio.

2)      Avere con sé almeno:

  • goretex e windstopper, utili per affrontare il vento;

  • piumino caldo;

  • moffole, come detto in precedenza, la salita all’Ojos del Saldo non prevede arrampicate che avrebbero bisogno di guanti che permettono il libero movimento delle dita: bisogna dare priorità a capi che tengono caldo;

  • pantaloni o sovrapandaloni in goretex.

3)      Tenda a 2 teli, più efficienti e comode per i campi base; tenda a 1 telo, indicate per affrontare l’ultima tappa prima della cima.

4)      Sacco a pelo mummia in piuma: più delicato ma adatto a un clima freddo e secco.

5)      Gusci per il sacco a pelo.

6)      Materassino: non serve per dormire più comodi, ma per isolare il sacco a pelo dal terreno (magari umido o freddo).

7) Cibo che piace. Ad alte quote è difficile mangiare, non si ha molta fame: è quindi consigliato portarsi cose che piacciono e che di conseguenza ci invogliano maggiormente a consumarle.

8) Tutta l’attrezzatura alpinistica necessaria, che comprende (in maniera non esaustiva): bastoncini, borraccia, crema solare protezione 50, occhiali UV (almeno cat. 4), mascherina, cordini vari, imbraghi (meglio se leggeri), pila frontale, ramponi, uno spezzone di corda…

P.S. il caschetto nel nostro caso, è superfluo. Gli spazi e gli ambienti che percorreremo sono prevalentemente spazi aperte che non comportano alcun rischio di caduta di massi dall’alto.

9) Ovviamente tutto ciò che ad ognuno di noi serve per quanto riguarda l’igiene personale e medicinali.

10) Qualsiasi cosa per passare il tempo durante i giorni “morti” che spenderemo per acclimatarci: libri, carte da gioco, ecc…

 

Oltre a tutto ciò, ci si dovrà preoccupare del materiale “collettivo”, cioè tutto ciò che è utile per la preparazione dei campi:

1) Rastrello e pale

2) Una tenda mensa, avere un po’ più di comodità mentre si mangia e per avere uno “spazio” conviviale.

3) Fornelli a benzina (in quanto hanno una resa maggiore del gas e inoltre scaldano un po’ l’ambiente).

4) Acqua. Saliremo l’Ojos del Salado percorrendo il deserto di Atacama: non troveremo molta acqua per il percorso, ce la dovremo procurare e portar dietro per tutto il tempo. Serviranno circa 5L al giorno per persona (per un totale di 700L d’acqua per l’intero trekking).

5) Telefono satellitare.

6) E’ il 2022, anche se non vogliamo avremo sicuramente con noi parecchia “tecnologia”. potrebbero essere utili dei pannelli solari per ricaricare le batterie (per esempio quelle delle macchine fotografiche).

Come vedete, l’attrezzatura che ci servirà è tanta. Tenete conto che comunque, per facilitare l’organizzazione logistica del viaggi, avremo a disposizione delle jeep che porteremo con noi fino al campo 1. Non sappiamo con precisione che cosa ci riserverà il tempo meteorologico, potrebbero esserci giornate di solo addirittura calde, come potrebbero presentarsi raffiche di vento costanti che costringono a vestirsi di più. Quindi, anche se comunque dobbiamo scegliere il materiale in modo intelligente, non dobbiamo rinunciare a cose secondarie ma che comunque possono aumentare il nostro livello di “confort” in un ambiente così ostile. Anche perché avremo già un bel da fare nel sopportarci a vicenda, “costretti” a stare insieme per diversi giorni in un ambiente remoto, lontano da tutto…. Ma di questo ne parleremo nel prossimo post 😜

TED

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LE SFIDE SI AFFRONTANO ANCHE CON LA “TESTA”